1. Quanto dura una Psicoterapia Cognitivo Comportamentale?
2. Le sedute di una psicoterapia cognitivo comportamentale sono settimanali?
Una volta ottenuto un primo miglioramento della situazione problematica presentata, la frequenza delle sedute viene distanziata per permettere alla persona di sperimentare nella propria vita quotidiana le ritrovate risorse e le nuove capacità di affrontare gli eventi in modo che non si venga a creare una forte dipendenza dallo psicoterapeuta.
La terapia si conclude infine con 3 controlli condotti a distanza di 3 mesi, 6 mesi e 1 anno dalla conclusione della terapia, per verificare il mantenimento dei progressi nel tempo.
3. Quanto dura una seduta?
Infatti, la regola fondamentale seguita dal terapeuta cognitivo comportamentale è sempre l’estrema flessibilità, guidata sempre però da specifici obiettivi prefissati.
4. La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale dà risultati duraturi nel tempo?
I risultati delle ricerche effettuate da enti nazionali e internazionali come l’APA (American Psychiatric Association) hanno confermato infatti sia un’elevata efficacia dell’intervento alla fine del trattamento sia il mantenersi di tali risultati nel tempo.
5. La psicoterapia cognitivo comportamentale prevede l'utilizzo di farmaci?
La sospensione della terapia farmacologica avviene generalmente per tutte le forme di ansia generalizzata, attacchi di panico, disturbo ossessivo compulsivo, depressione maggiore, ipocondria, agorafobia, fobie specifiche e disturbi alimentari. Fanno eccezione a questa regola rari casi, solitamente disturbi psicotici o disturbi bipolari, in cui il terapeuta può ritenere utile una terapia di tipo integrato e ricorrere quindi alla continua collaborazione con il farmacologo. Infatti in questi casi lo psicoterapeuta, in accordo con il paziente, richiede al collega medico un supporto farmacologico che permetta di ottimizzare l’efficacia e l’efficienza dell’intervento psicoterapeutico.
6. Credo che un mio familiare abbia dei problemi che potrebbero essere risolti con una Psicoterapia Cognitivo Comportamentale ma la persona in questione non vuole rivolgersi ad uno specialista. Cosa posso fare?
Lo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale potrà quindi dare indicazioni su come cercare di coinvolgere il “portatore del disturbo” nella terapia, oppure dare indicazioni concrete ai familiari su come comportarsi relativamente alla persona e al disturbo in questione, ricorrendo così ad una forma di terapia indiretta. In seguito a questo intervento può capitare che il “paziente designato” decida di entrare in terapia in un secondo momento. Negli altri casi la terapia procede solo in maniera indiretta.