Cosa si prova dopo una sessione di Neurofeedback?

Come ci si sente a fare una sessione di NeurOptimal® Neurofeedback?

La risposta è semplice: dipende da cosa sta succedendo nel tuo cervello in quel preciso momento. Da una parte la ragione per cui stai allenando il tuo cervello sarà determinante in ciò che sperimenterai mentre dall’altra il Neurofeedback ti spingerà verso una maggiore regolazione. Tuttavia, prima di parlare di ciò che sperimenterai facendo il Neurofeedback, bisogna fare un passo indietro e parlare di ciò che sta accadendo nel cervello delle persone a cui si rivolge questo tipo di training.

Il cervello è una macchina abitudinaria e crea schemi automatici di onde cerebrali che sono pensati per essere soluzioni ai nostri problemi nel qui e ora. Quando questi modelli non sono in linea con i nostri bisogni attuali, li chiamiamo “sintomi” o “problemi” (es. sentirsi ansiosi, distratti etc.). Anche se questi schemi sono disadattivi, il cervello tende a ripeterli e richiede una “spinta” per poter cambiare. Per poter creare schemi più adattivi, è dunque necessario che i precedenti di natura disfunzionale vengano interrotti. È proprio qui che il Neurofeedback interviene come uno ausilio per il tuo cervello che attraverso le sessioni aumenta la consapevolezza degli schemi automatici che necessitano supporto. E’ come guardare in uno specchio il proprio corpo per vedere cosa non è allineato, dando origine ai nostri sintomi psicologici quotidiani. Ad esempio, se sei già stanco, una sessione di NeurOptimal® evidenzia per te questa stanchezza che è stata ignorata o affrontata in modo insufficiente tanto che potresti persino addormentarti durante la sessione!


I tuoi schemi abituali, il numero di sessioni che hai fatto e il tuo livello di autoconsapevolezza possono avere un impatto su come ti senti dopo una sessione di Neurofeedback. Dopo una singola sessione non esiste un’esperienza “media” poiché ogni cervello è diverso e uno stesso cervello è diverso in ogni momento. In base a diversi fattori (es. il tuo stato attuale e la velocità con cui il tuo cervello è in grado di apprendere nuove informazioni) sarà possibile fare diverse esperienze. Alcuni potrebbero riferire di provare un senso di maggiore chiarezza, concentrazione o calma. Altri potrebbero non notare alcun cambiamento percepibile nel momento. L’importante è essere in sintonia con la propria evoluzione interna piuttosto che confrontarla con uno standard esterno, anche se questo può dare un’idea di progresso. Ascoltare dunque il tuo corpo e la tua mente è la chiave per notare come stai beneficiando del Neurofeedback.

Tuttavia, dato che questo tipo di allenamento è paragonabile all’apprendimento di qualsiasi tipo di abilità, il progresso tende ad essere non lineare. Che si tratti di imparare un nuovo strumento o una nuova lingua, ricablare il cervello richiede una pratica costante. I progressi possono fluttuare nel tempo, specialmente all’inizio, quando il cervello acquisisce nuove basi e inizia a rilasciare vecchi schemi. Di conseguenza, durante le fasi iniziali, i clienti possono sentirsi “meglio” e poi passare una giornata in cui “va peggio”. In verità, i progressi stanno avvenendo, semplicemente non sono lineari.

Parte del decorso non lineare è dovuto al fatto che il cervello riceve nuove informazioni e ricalibra le sue risposte, da reattivo (sintomatico) a regolato. Questo processo può creare disagio, resistenza al cambiamento oppure può manifestarsi sottoforma di “recupero dei sintomi”. Ad esempio, qualcuno che è attaccato alle proprie preoccupazioni e avvia NeurOptimal® può inizialmente trovare disorientante la spaziosità di uno stato pacifico post-sessione (N.B. Ricorda che amiamo i nostri schemi abituali, indipendentemente dalla loro efficacia e ciò non cambia facilmente a meno che non ci sia una piena convinzione acquisita da una graduale consapevolezza!) Questo risultato temporaneo non è un effetto collaterale ma semplicemente il processo naturale di movimento verso l’autoregolamentazione. La chiave è il tempo e la coerenza: dare al cervello il tempo di consolidare ciò che sta imparando su base abituale.


Quando non funziona il Neurofeedback?

Il Neurofeedback richiede dedizione e tempo e non è dunque una bacchetta magica. Dato che ogni cervello ha la capacità soggettiva di creare nuovi percorsi neurali, l’ingrediente (non così) segreto è allenarlo! Ciò significa che bisogna fare abbastanza sessioni per un periodo di tempo significativo in modo coerente che per ogni individuo varia in base ai sintomi individuali, ai fattori di stress attuali, alla presenza di una malattia attiva e agli obiettivi individuali. La ragione più comune per il mancato funzionamento del Neurofeedback è la mancanza di allenamento.


Cosa fare per ottenere il miglior training possibile con il Neurofeedback?

Innanzitutto avere un programma già stabilito per le sessioni aiuta a non allontanarsi dai propri obiettivi. Inoltre, dato che non è necessario essere consapevoli del feedback affinché funzioni (perché coinvolge il Sistema Nervoso nel suo funzionamento automatico e inconsapevole), è possibile svolgere in contemporanea un’altra attività: leggere, lavorare, dormire, guardare un altro schermo (purché il suono non superi il feedback) e meditare. Combinare il Neurofeedback con un’altra attività può aiutare ad aumentare l’impegno a continuare a svolgere le sessioni nel tempo.

È anche importante tenere traccia dei progressi per aiutare a catturare tutti i cambiamenti che possono avvenire, oltre che l’essere consapevoli di eventuali nuovi fattori di stress o transizioni significativi nella propria vita durante il periodo di allenamento. Infatti, questi fattori possono mascherare i risultati ottenuti attraverso il Neurofeedback. Ciò accade perché una nuova situazione aumenta in modo significativo la risposta allo stress e potrebbe temporaneamente entrare in conflitto con qualsiasi nuovo modello che si fa strada nel cervello.

In conclusione, NeurOptimal® è uno strumento che catalizza la regolazione cognitiva ed emotiva e, se usato insieme ad altre sane abitudini, può aiutare a migliorare la salute del cervello e il benessere generale. È un intervento potente e per molte persone sarà diretto e gradevolmente trasformativo mentre per altri richiederà di sopportare alcuni alti e bassi prima che la piena trasformazione si stabilizzi. Presso lo Studio Mind Lab di Martinsicuro (TE) troverete psicoterapeuti e medici formati nell’applicazione di queste nuove tecnologie che possono essere integrate in protocolli personalizzati costruiti ad hoc insieme alla Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, alla terapia EMDR e alla Flash Technique.


BIBLIOGRAFIA

  • Fisher S. F.,“Neurofeedback nel trattamento dei traumi dello sviluppo” (2017)
  • Hatch J. P., “Biofeedback: Studies in Clinical Efficacy” (1987)
  • Sacco G., “Manuale di biofeedback. Col cuore e col cervello: alla ricerca della mutevole armonia” (2017)
  • Sacco G., “Promuovere il benessere, trattare i disturbi. L’ausilio del bio-neurofeedback per la professione psicologica” (2020)
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