Cos’è il sostegno alla genitorialità? Quali sono i suoi vantaggi?

INTRODUZIONE

Secondo la prospettiva cognitivo comportamentale, lo stile genitoriale viene definito secondo combinazione di due caratteristiche del genitore: la capacità di manifestare affetto per il figlio e la capacità di manifestare fermezza nelle pratiche educative.

Ci soffermeremo in particolare sul secondo aspetto che si concretizza lungo un continuum che va da un’eccessiva fermezza fino ad una scarsa o nulla risolutezza.

STILI GENITORIALI A CONFRONTO

Spesso al polo dell’eccessiva fermezza potremmo avere a che fare con uno stile in cui il genitore non deve essere mai contraddetto e nel momento in cui il bambino si è comportato bene, le lodi e le gratificazioni non sono ritenute necessarie per il rischio di viziarlo. D’altra parte invece è fondamentale il ruolo educativo della punizione, intesa come azione che ha come obiettivo quello di togliere al bambino qualcosa di piacevole come conseguenza ad un’azione giudicata non adeguata. La rabbia è ritenuta strumento indispensabile per educare il bambino e i richiami che vengono fatti tendono a colpire la persona in sé piuttosto che il comportamento inadeguato (ad esempio “Sei un disastro!”).

Quale possibile impatto potrebbe avere uno stile rigido e direttivo come questo?

I bambini possono arrivare ad interiorizzare un’immagine di sé inferiore e priva di valore in quanto associano se stessi ai propri comportamenti inadeguati per cui ricevono richiami: per tale motivo ritengono qualsiasi persona superiore a loro. Da un punto di vista emotivo possono sperimentare ansia, insicurezza e senso di colpa e manifestare comportamenti di evitamento, dipendenza genitoriale e comportamento sottomesso.

Al polo opposto troviamo uno stile genitoriale caratterizzato da scarsa fermezza in cui le convinzioni genitoriali sono: il bambino non deve provare frustrazione, qualsiasi punizione è sbagliata, il genitore deve essere sempre buono e disponibile e qualsiasi cosa che piace o vuole il bambino, viene accettata dalla figura adulta.

Bambini che non sperimentano mai o quasi mai il fallimento e la negazione in ambito familiare, potrebbero andare incontro a scarsa tolleranza alla frustrazione con tutte le manifestazioni emotive e comportamentali ad essa connesse (rabbia, aggressività verso persone ed oggetti, inadeguatezza etc.), crearsi un’immagine totalmente centrata su di loro e sui propri bisogni e avere la tendenza a sottrarsi da impegni e responsabilità.

Se uno stile genitoriale all’interno della famiglia funziona, dobbiamo sempre chiederci: cosa sta apprendendo mio figlio? Quanto è funzionale al suo benessere? Questa modalità educativa lo aiuterà nello sviluppo dell’identità personale e sociale?

Proviamo a rifletterci insieme…

Bambini che hanno appreso di ricevere attenzioni dalle proprie figure di riferimento solo quando fanno qualcosa di sbagliato, potrebbero sviluppare tratti di personalità tendenti al perfezionismo e se una piccola dose potrebbe essere funzionale al raggiungimento di obiettivi scolastici, non si può dire lo stesso per l’ambito relazionale.

Al contrario potrebbero imparare a ricercare l’attenzione genitoriale in modo disfunzionale alla richiesta e quindi mettere in atto tutti quei comportamenti “sbagliati” che sanno attivare il genitore verso di sè.

Bambini che hanno appreso il valore educativo della punizione, potrebbero immedesimarsi nel ruolo del “paladino della giustizia” tra i compagni di classe, ad esempio chiamando la maestra o raccontandole fatti avvenuti, il classico “spione” che non è certo visto di buon occhio dal gruppo dei pari e quindi potrebbe essere escluso, deriso o vittima di atti di bullismo.

D’altra parte bambini che sono stati abituati ad avere tutto senza mai essere stati puniti, potrebbero avere difficoltà nella condivisione di giochi e quindi andare incontro a episodi di rabbia eterodiretti verso compagni o oggetti, sperimentare frustrazione di fronte a compiti troppo impegnativi o mettere in atto comportamenti di prevaricazione nel gruppo se dovessero percepire la mancanza di attenzioni su di sé. Sono bambini che potrebbero aver appreso la presenza costante della figura di riferimento e il soddisfacimento immediato dei propri bisogni e si portano dietro questo bagaglio a scuola, nelle relazioni tra pari, negli sport etc. dove il peso della frustrazione potrebbe essere così elevato da farli andare in escandescenza.

Spesso i genitori, pur mettendo in atto tutte le loro energie, non riescono ad avere una relazione soddisfacente con il figlio, si sentono frustrati, incapaci, rabbiosi e il mix di emozioni negative potrebbe avere un effetto negativo sul benessere personale, di coppia e della famiglia.

PERCHE’ È IMPORTANTE INIZIARE UN PERCORSO DI PARENT TRAINING?

Per questo motivo, il parent training o sostegno alla genitorialità è un intervento psicologico rivolto ai genitori che hanno difficoltà nella gestione comportamentale o emotiva dei loro figli. Non e’ sempre necessario che sia stata diagnosticata una psicopatologia (in quel caso il ruolo del parent training diventa fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi), in quanto esso si propone di modificare lo stile relazionale e gli atteggiamenti che influiscono negativamente sui comportamenti dei bambini: i genitori apprendono ad affrontare con efficacia molti problemi comuni che a lungo andare possono compromettere non solo il benessere familiare ma lo sviluppo psicologico del bambino.

 

BIBLIOGRAFIA

Benedetto, L. (2005). Il parent training: counseling e formazione per i genitori. Carocci

Di Pietro M. e Bassi E. (2020). L’intervento cognitivo comportamentale per l’età evolutiva. Erickson

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