Come si comporta il tuo cervello a Natale?

Nel 2015 alcuni scienziati in Danimarca si sono chiesti se il Natale possa influire sul nostro cervello domandandosi se esistesse una “rete dello spirito natalizio”. I ricercatori non hanno escogitato un piano per studiare intenzionalmente la “rete dello spirito natalizio” ma si sono casualmente imbattuti in questo concetto durante la raccolta dei dati per uno studio completamente diverso, in cui stavano cercando di comprendere i cambiamenti fisiologici associati all’emicrania usando la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), una tecnica utilizzata per formulare ipotesi sull’attività cerebrale basata sui cambiamenti nel flusso sanguigno.

Ai soggetti del gruppo di controllo nello studio sull’emicrania sono stati forniti occhiali per la visualizzazione di immagini mentre venivano sottoposti a scansioni fMRI. Sono state mostrate immagini di tutti i giorni, come le strade di città, e poi immagini a tema natalizio (es. vetrine illuminate a festa e biscotti delle feste) per poi somministrare un questionario in cui è stato chiesto loro di descrivere i loro sentimenti verso il Natale.

Infine, i dati fMRI delle due categorie di partecipanti sono stati analizzati: il primo comprendeva coloro che hanno celebrato e avevano sentimenti positivi verso il Natale mentre il secondo includeva solo coloro che non lo celebravano e avevano sentimenti neutri nei suoi confronti.

Per i soggetti della prima categoria, è stato possibile osservare un aumento significativo del flusso sanguigno in più regioni del cervello. Queste regioni includevano la corteccia motoria sensoriale, la corteccia motoria premotoria e primaria e il lobo parietale, aree coinvolte nell’elaborazione dell’input sensoriale e nel controllo dei movimenti volontari. Le fluttuazioni nelle attività di queste strutture cerebrali sono state collegate all’auto-trascendenza e alla spiritualità, nonché all’elaborazione emotiva e alla risposta alle emozioni degli altri.

Questi risultati sono alquanto vaghi e limitati a un piccolo campione di soli 10 soggetti per gruppo (20 in totale) ma non sono privi di valore. Infatti, questo studio si aggiunge al numero crescente di modi in cui i ricercatori stanno cercando di comprendere meglio il cervello e come rispondiamo al mondo che ci circonda.

Dopodiché la fMRI è una tecnica ampiamente utilizzata che richiede correzioni statistiche e il modo in cui tali correzioni dovrebbero essere apportate sembra essere oggetto di costante esame e dibattito.

Ad esempio le discussioni sulla validità della fMRI erano presenti in modo prominente quasi dieci anni fa in un famigerato studio sul salmone congelato in cui i ricercatori hanno dimostrato che, senza adeguate correzioni statistiche, un salmone morto potrebbe apparentemente suscitare un’attività cerebrale.

Bryan T. Haddock, un fisico medico presso l’Università di Copenhagen in Danimarca e uno degli autori dello studio sullo spirito natalizio, vede il suo lavoro come un modo divertente per smascherare e ottimizzare l’uso della fMRI. “C’è sempre una differenza tra un fatto e i risultati del calcolo”, sottolinea.

Alla fine, questo studio non è privo di difetti e su questo gli autori sono sempre stati trasparenti. E sebbene le loro scoperte non siano state per nulla impressionanti è chiaro che si siano divertiti un po’. Il loro divertimento con l’argomento risplende in tutto lo studio che chiudono affermando scherzosamente: “Al momento stiamo preparando una domanda di brevetto su un cappello di Babbo Natale che puoi acquistare per i membri della famiglia che, quando inizieranno a brontolare alla cena di Natale, con il semplice tocco di un pulsante, puoi dare loro una stimolazione elettrica proprio nei centri dello spirito natalizio “.

BIBLIOGRAFIA

  • Hougaard A., Lindberg U., Arngrim N., Larsson H.B.W., Amin F.M., Ashina M. & Haddock B.T. (2015). “Evidence of a Christmas spirit network in the brain: functional MRI study. British Medical Journal, 351, 1-6.

Staff Mind Lab

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