Come uscire dal tunnel della depressione?

La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso di cui soffre circa 15 persone su 100. Stando inoltre alle recenti statistiche, si stima che su 6 neonati almeno uno soffrirà di depressione durante la sua vita. In questo ultimo anno in particolare, la crescita dei disturbi psichici è un aspetto da non sottovalutare e non va ricercata solo nella compromissione dei rapporti sociali ma anche nell’instabilità economica. Ed è così che il rischio di depressione diventa una vera e propria minaccia a livello personale, sociale, lavorativo e scolastico.

Considerata tale premessa, si evince che la depressione è una condizione complessa che interferisce negativamente con il proprio modo di pensare ed agire, causando senso di tristezza, una perdita di interesse nelle attività che prima erano fonte di piacere, problemi emotivi e fisici e una diminuzione della nostra capacità di funzionare a lavoro e a casa. I sintomi della depressione possono variare da una forma lieve a una grave. Tra questi troviamo il sentirsi tristi o l’avere un umore depresso per la maggior parte del tempo, variazioni nell’appetito (perdita di peso o aumento), problemi della qualità del sonno (dormire troppo o troppo poco), una perdita di energia o aumento della fatica senza fare sforzi eccessivi, sentimenti di indegnità o colpevolezza, difficoltà nel pensare, concentrarsi o prendere decisioni e, nei casi più gravi, pensieri di morte o suicidio.

Negli anni Novanta l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) predisse che entro il 2020 la depressione sarebbe diventata la seconda causa di disabilità nel mondo. Ad oggi possiamo dire che questa previsione era sostanzialmente corretta. Infatti, circa 350 milioni di persone soffrono di un disturbo depressivo mentre una persona su 20 riporta di aver avuto almeno un episodio depressivo nella propria vita. Per quanto riguarda l’Italia, secondo l’Istat, sono 2,8 milioni (5,4% delle persone di 15 anni e più) coloro che ne hanno sofferto nel corso del 2015 e 1,3 milioni (2,5%) hanno presentato i sintomi della depressione maggiore nelle due settimane precedenti l’intervista. Rispetto alla media dei paesi europei, in Italia la depressione è meno diffusa tra gli adulti e tra gli individui con età compresa tra i 15 e i 44 anni mentre per gli anziani i tassi sono più elevati.
Si tratta di un dato fondamentale in quanto questo i disturbi dell’umore sono associati ad un incremento del tasso di mortalità e rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo di ulteriori patologie psichiatriche. Inoltre, dal punto di vista economico i disturbi dell’umore sono diventati un “fardello” per la società non solo per le spese a carico della sanità pubblica ma anche perché generano perdita di produttività lavorativa e alti tassi di mortalità.

Tuttavia, la depressione è una condizione trattabile grazie all’efficacia della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale e del trattamento EMDR che aiutano il paziente a riconoscere il proprio modo di pensare distorto con l’obiettivo di modificarlo con pensieri più adattivi sia a rielaborare i traumi del passato con un conseguente miglioramento della qualità della vita.

Staff Mind Lab


BIBLIOGRAFIA

American Psychiatric Association (2013). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – 5° Edizione. Milano: Raffaello Cortina.

Rossi Monti M. (2016). Manuale di psichiatria per psicologi. Roma: Carocci.

Share This