“Una vita di torture”: la storia di Lisa Montgomery

Nonostante il suo caso avesse scatenato appelli da tutto il mondo, il 13 Gennaio 2021 è stata uccisa Lisa Montgomery, condannata alla pena capitale per omicidio.

Il 16 dicembre 2004 all’età di 36 anni, Lisa si è recata da casa sua in Kansas alla piccola città di Skidmore in Missouri per incontrare Bobbie Jo Stinnett, una donna che aveva conosciuto online grazie alla passione condivisa per i cani. Lisa incontra la donna, un’allevatrice di cani, con la scusa di acquistare un cucciolo ma, una volta in casa, aggredisce Bobbie all’epoca dei fatti incinta del suo primo figlio, strangolandola con una corda. La donna, in seguito, le taglia il ventre con un coltello e rapisce la neonata. Lisa viene arrestata subito, il giorno dopo la scoperta del cadavere di Bobbie, mentre la neonata di nome Victoria viene affidata al padre Zeb Stinnett. Per alcuni americani, incluso Trump che sembra aver ripreso le esecuzioni federali dopo una pausa di 17 anni, il caso Lisa Montgomery si ferma qui. Ha commesso un orrendo omicidio e ora è tempo per lei di affrontare la punizione finale che merita.

Secondo gli avvocati e gli esperti che hanno trascorso anni a indagare sul crimine, la personalità e le esperienze formative di Montgomery, le notizie agghiaccianti sul suo atto raccapricciante sono solo l’inizio di un viaggio che non siamo qui per condannare o scusare ma per comprendere

La dott.ssa Katherine Porterfield, una psicologa infantile specializzata nel trattamento dei sopravvissuti alle torture ha sostenuto che “Dobbiamo capire cosa potrebbe portare qualcuno a essere così profondamente disconnesso dalle proprie azioni da essere in grado di fare qualcosa che una persona normale e sana troverebbe inimmaginabile. L’esperta ha trascorso molte ore con Montgomery per 18 giorni come parte di un processo di appello nel 2016.  Durante queste ore iniziò ad emergere la vasta portata della violenza sessuale e delle torture che Lisa aveva subito da bambina. La maggior parte del materiale di cui hanno parlato non era mai stato presentato alla giuria. Comprendeva le aggressioni sessuali e gli stupri di gruppo, il traffico sessuale e la violenza.

Il rapporto della psicologa conclude che le esperienze traumatiche infantile della Montgomery erano equivalenti alla tortura più comunemente subita dai bambini soldato e dai prigionieri di guerra poiché Lisa ha subito isolamento, lavaggio del cervello, umiliazioni e violenza. La psicologa Porterfield ha detto che nelle sue sessioni individuali con la donna, è arrivata rapidamente a riconoscere i sintomi del trauma e della malattia mentale dichiarando “Non era in grado di mantenere il filo del discorso e utilizzava strani modi di pensare per descrivere la sua realtà. Viveva in uno stato di dissociazione, entrando e uscendo tutto il tempo. Quando le veniva chiesto della sua infanzia, mostrava un’incapacità di connettersi alle sue emozioni con un’espressione facciale e una voce vuota, parlando di se stessa in terza persona”.

Da quando Montgomery ha ricevuto cure psichiatriche intensive nel sistema carcerario, le sono stati diagnosticati in vari modi disturbo bipolare, PTSD, ansia e depressione, psicosi, sbalzi d’umore, dissociazione e perdita di memoria. Studi approfonditi sulla sua infanzia e la prima età adulta suggeriscono che fosse alle prese con molte di queste condizioni già prima di commettere questo crimine. Nei mesi precedenti l’omicidio, ha avuto diversi episodi in cui ha detto alle persone intorno a lei che era incinta – un’affermazione palpabilmente falsa poiché è stata sterilizzata involontariamente dopo la nascita del suo quarto figlio. Sandra Babcok afferma “Non ho mai visto un caso come questo e nessuno è mai venuto in suo aiuto o le ha offerto protezione”.

In conclusione il suo caso ha diviso gli Stati Uniti: è difficile che un omicidio così brutale, spinga l’opinione pubblica verso un sentimento di comprensione. Ma se Lisa non avesse subito tutte le violenze a cui è stata costretta da bambina, avrebbe agito in quel modo? 


Mind Lab Staff

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